mercoledì 13 novembre 2013

Le "Sentinelle in Piedi" a Palermo; come i "Veilleurs debout" in Francia. (1)


di Fulvio Pesco

Chi domenica 10 novembre scorso, intorno alle 22:00, si fosse trovato a passare, a piedi o in macchina, dalla "Statua" - così i palermitani chiamano piazza Vittorio Veneto - si sarà sorpreso non poco nel vedere alcune persone sostare in piedi, in silenzio e con un libro in mano, al centro della piazza, tutti orientati verso via Libertà. Probabilmente si sarà chiesto chi mai fossero e cosa ci facessero lì. Erano semplicemente delle "sentinelle in piedi"; questo è il nome che si son date in Italia - già hanno vegliato in molte altre città della penisola - le persone che hanno deciso di seguire l'esempio dei veilleurs debout /les sentinelles francesi. Ma chi sono, a loro volta, queste sigle francesi?
Non sono movimenti o associazioni ma una maniera di agire, libera, individuale e spontanea. Ma continuiamo a rispondere a questa domanda attraverso le definizioni che esse stesse si son date. Ecco come si descrivono, ad esempio, i veilleurs debout, poi diventati - da questo settembre - les sentinelles, negli unici 2 documenti che hanno prodotto e reso pubblici:

Lo spirito del Veilleur Debout
Il Veilleur Debout è un resistente silenzioso che si rivolge contro l’ingiustizia e la menzogna dei governi. Denuncia le leggi che distruggono l’Uomo e la civiltà. Sostiene il giovane Nicolas imprigionato per essersi opposto al matrimonio e all’adozione da parte delle persone dello stesso sesso. Reclama una Giustizia imparziale e non politicizzata. Rifiuta di lasciare in eredità alle generazioni future un mondo relativista e individualista dove il bene e il male, il vero e il falso non suscitano che l’indifferenza generale. Il Veilleur Debout protesta pacificamente in maniera spontanea e individuale. Rimane in piedi nel luogo che ha scelto: luogo di potere, luogo simbolico; a qualunque ora del giorno e della notte. Al fine di non essere assimilato a una manifestazione non autorizzata, il veilleur si isola dai suoi vicini di qualche metro. Il Veilleur Debout protesta pubblicamente, ma non cerca di farsi notare in altro modo che per la sua semplice presenza. Non disturba mai l’ordine pubblico. Agisce con buon senso e benevolenza.

“Piuttosto morire in piedi che vivere in ginocchio”
A. Camus

La carta del Veilleur Debout
Parole d’ordine: immobile e pacifico, resistente e silenzioso, ma sempre determinato.
Perché vegliare in piedi?
Il veilleur debout denuncia la scelta presa dalla Giustizia oggi in Francia: non è più al servizio del bene comune e del popolo, ma sottomessa dal governo.
Il veilleur debout denuncia la repressione della polizia e le incarcerazioni abusive che hanno avuto luogo contro cittadini per il solo motivo di avere espresso le loro opinioni.
Il veilleur debout denuncia l’ingiustizia fatta ai bambini attraverso l’autorizzazione dell’adozione plenaria, l’instaurazione futura della PMA, della GPA e l’imposizione della teoria di genere che è insegnata dalla più tenera età.
Il veilleur debout vuole attirare l’attenzione dei responsabili politici su queste derive in Francia.
Il veilleur debout è aperto e rispetta la dignità di ciascuno. Non si radica nella sua verità, ma sa offrirla e scambiarla in modo pacifico con gli altri.
Il veilleur debout comprende e ha cura della forza che lo porta a restare in piedi in resistenza. La forza del veilleur debout non risiede nel numero. È uno stato di resistenza personale, uno stato dello spirito mostrato pubblicamente, che non disturba mai l’ordine pubblico.
Il veilleur debout è più un prolungamento che una declinazione del movimento dei veilleurs.
Il veilleur debout se fa degli atti concreti rapidamente, comprende che entra in una pratica personale a lungo termine.
Il veilleur debout agisce con l’allegria del resistente e comprende che la sua azione non si realizza nel confronto epico e euforico contro gli agenti di polizia. Bisogna anche avere il coraggio di obbedire agli ordini, libero di tornare una volta la situazione si sia calmata.
Come partecipare?
Il veilleur debout decide spontaneamente di passare un po’ di tempo immobile e in silenzio davanti a luoghi simbolici (giustizia, potere, media,…). Formalizza così un atto di resistenza personale che gli permette da una parte di riflettere sul suo impegno e d’altra parte di mostrare al governo la sua incomprensione di fronte all’ingiustizia. Di fatto è anche aperto al dialogo con i passanti intrigati o curiosi.
Il veilleur debout non porta segni distintivi e non fa proselitismo, sa che ogni azione è spontanea e che ciascuno è libero.
Il veilleur debout può manifestare il suo disaccordo con le forze dell’ordine durante le intimidazioni, restando silenzioso, le mani dietro alla testa. Rispetta le forze dell’ordine e non tenta azioni illecite. Poiché niente gli deve essere rimproverato, non perderà mai la sua calma.
Non c’è alcuna organizzazione, ciascuno resta libero di vegliare nel luogo e nel tempo di sua scelta. Gli account ufficiali Facebook e Twitter sono destinati a darsi il cambio, non a organizzare.
Il veilleur debout non manifesta, aspetta. Non grida né slogan né intona alcun canto. Lui e quelli che gli stanno attorno rimangono in piedi e guardano nella stessa direzione. Non attende il migliore dei mondi, ma un mondo migliore. Un mondo nel quale il dovere di proteggere il più debole primeggia sui diritti degli egoisti. Un mondo nel quale s’insegna ai bambini l’amore e non la voglia. Un mondo nel quale nessuno potrà essere imprigionato per aver osato esprimere un ideale. Se anche tu, amico veilleur, sogni questo mondo, alzati e spera. E soprattutto, non lasciare che nessuno distrugga i tuoi sogni, mai.

“La forza che ci anima è assolutamente incontenibile”



(1 - continua)

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